Fotografia

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Gianfranco Pardi, artista poliedrico — pittore, scultore, fotografo e scrittore — ha sempre mantenuto un rapporto organico e consapevole con l'immagine fotografica, intesa non come documento, ma come forma di pensiero.
Nel suo percorso, la fotografia non è mai stata un'attività accessoria o collaterale: è divenuta estensione coerente del lavoro visivo, luogo in cui lo sguardo si affina, si riflette e si compie. Il mezzo fotografico, nella sua immediatezza e nel suo rigore formale, ha permesso a Pardi di esplorare con precisione il territorio dell’immagine, instaurando un dialogo serrato con la pittura — non per analogia, ma per necessità interna.
In queste pratiche parallele, eppure intrecciate, si rivela un occhio capace di cogliere lo spazio come campo di tensione, il segno come struttura, il tempo come stratificazione di luce e di silenzio. La fotografia, per Pardi, è gesto analitico, ma anche atto poetico: un dispositivo per interrogare la realtà, e insieme per ridefinirla.
Scatti inediti di uno sguardo
Nell’autunno del 2004, Dario Pardi, padre di Gianfranco , fu ricoverato, quasi centenario, presso la RSA dell’Istituto Redaelli di Milano. Gianfranco andava a trovarlo ogni giorno. Durante quei lunghi incontri, spesso fatti di silenzi condivisi, iniziò a fotografarlo.
Lo sguardo dell’artista coglie in quei ritratti un’espressione sospesa tra memoria e dignità. Le fotografie, in bianco e nero, affidano alla luce il compito di scolpire i segni del tempo e di rivelare un dialogo muto tra due generazioni, unite da una comune sensibilità.